Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib
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“La mia era solo una breve e
avventurosa escursione nel mondo delle donne e in fondo lo
consideravo un modo per potermi avvicinare di più a loro, per sentirle più
vicine, per comprenderle meglio. Non era un bisogno compulsivo, non era una cosa
da curare perché semplicemente non era una malattia. Allora mi appariva
semplicemente come l’unico modo per poter dare un’occhiata all’altra metà del
cielo ma sapevo che per fare questo era necessario dover infrangere delle
regole e oltrepassare quei limiti che solo a pochi era concesso fare. Io mi
sentivo una persona speciale perché ero uno di quei pochi privilegiati a cui
era concesso tutto ciò. Ero libero di sentirmi desiderabile, vulnerabile e
indifeso come una donna e sapevo di voler provare quelle emozioni così intense
e profonde da correre il rischio di sentirmi felice. Sul viale una
mercedes nera si era accostata silenziosamente accanto a me e il finestrino si
era abbassato lentamente. Istintivamente mi ero avvicinato allo sportello e
guardai dentro la persona al volante che mi stava fissando con occhi che
brillavano dal desiderio.
«Quanto vuoi?»
Il cuore mi batteva
all’impazzata. Non mi ero accorto che su quel viale avrei potuto essere confuso
per una prostituta e nonostante la paura la situazione era estremamente
eccitante. Stavo impersonando il ruolo di una donna di piacere e avevo il
potere di scegliere, di salire o meno, di fissare il prezzo per
soddisfare la sua eccitazione, di decidere cosa fare e come farlo. Era
una scena eccitante e lui mi sembrava un giovane piacevole e sportivo
anche se al buio non potevo vedere bene i suoi lineamenti.”Libro in formato digitale suSTREETLIB
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