sabato 29 aprile 2017

"Sul treno di notte"

Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017




 “Forse era proprio questo che mi eccitava e tanto più grande appariva il rischio tanto maggiore risultava l’eccitazione. Era sempre stato così  fin dalla prima volta che avevo indossato una gonna. Però non sapevo ancora cosa volevo dalla serata e non sapevo nemmeno fin dove mi sarei spinto. Non avevo fatto programmi  ma sapevo  solo  che avevo deciso di voler rischiare, di concedermi totalmente a questa nuova emozionante avventura. Vinsi ancora una volta  la tentazione di rientrare in bagno a cambiarmi, se non altro per la fatica che avevo fatto a truccarmi con il treno in movimento. Cercai uno scompartimento appartato e vuoto. Mentre attraversavo il corridoio sentivo che gli occhi dei pochi passeggeri insonnoliti e annoiati indugiavano sulle mie gambe snelle e si posavano sul mio sedere. Che emozione! Il cuore batteva così forte che avevo quasi paura che si potesse sentire. Trovai finalmente uno scompartimento vuoto e mi sedetti vicino al finestrino con la piacevole sensazione di poter guardare il mondo con gli occhi di una donna. Era ormai notte fonda. Spensi la luce e guardai fuori. Nel silenzio si sentiva solo lo sferragliare monotono del treno sulle rotaie ed il rumore dei miei tumultuosi pensieri. Fui improvvisamente colto dal panico quando in lontananza sentii le porte degli scompartimenti che si aprivano e si richiudevano dopo qualche istante per far entrare il controllore dei biglietti.
Avevo quasi deciso di correre al bagno a cambiarmi per tornare alla normalità quando la porta si aprì inaspettatamente. Era proprio il controllore e mi stava fissando…”


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venerdì 28 aprile 2017

"Le verità nascoste"

Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA

Pubblicato da Streetlib, aprile 2017




Non riuscivo più a distogliere lo sguardo dallo specchio ed ero completamente affascinato da quella donna.
Possibile che fossi davvero io? 
Diedi un’ultima occhiata all’orologio scoprendo che era già passata mezz’ora. Dovevo  assolutamente uscire da lì. Respirai profondamente e mi feci coraggio prima di togliere la chiusura di sicurezza e abbassare la maniglia. Socchiusi la porta con cautela sperando di non trovare nessuno in attesa proprio lì davanti. La situazione era del tutto nuova e l’emozione risultava così travolgente da impedirmi quasi la respirazione. Non mi ero mai avventurato fuori di casa travestito da donna e improvvisamente mi resi conto del rischio a cui stavo andando incontro assieme alla lucida consapevolezza che oramai era troppo tardi per i ripensamenti. Avevo mosso i primi timidi passi verso il corridoio e la mia figura venne riflessa dai finestrini opachi dello scompartimento: scarpe con il tacco alto, minigonna leggera a puntini bianchi e neri con dolcevita morbido in  lana leggera color rosa salmone. Una collana di perle ingentiliva il mio viso visibilmente turbato dall’emozione. Portavo una parrucca di capelli castano scuri con orecchini pendenti in argento. Il trucco era davvero notevole ed i miei occhi apparivano lucenti e lasciavano brillare l’ombretto azzurro che sembrava in sintonia con il colore dei miei occhi. Mi tremavano le gambe e mi sentivo sempre meno sicuro. Un conto era vestirsi da donna in casa propria, davanti allo specchio, nella tranquilla e sicura intimità, un conto era invece uscire allo scoperto in balia degli eventi.


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giovedì 27 aprile 2017

"Brividi femminili"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017




Ricordo ancora l’emozione fortissima e le tempie che mi pulsavano mentre facevo salire lentamente quella meravigliosa minigonna  sulle mie gambe avvolte dai collant. Tutto attorno a me c’era un silenzio assoluto che veniva riempito solo dal delicato fruscio di quella preziosa minigonna che sembrava quasi voler scivolare delicatamente sui miei collant dando vita alla mia trasformazione al femminile. Ero soggiogato da quel gioco, era come una magia, era qualcosa di straordinariamente eccitante e non ne comprendevo il motivo. Io però volevo sapere, volevo addentrami in quel mondo femminile che mi appariva così affascinante  per conoscere e provare le stesse emozioni e le stesse sensazioni che dovevano provare le donne quando si vestono in maniera così femminile e provocante. Il tessuto impalpabile dei collant mi avvolgeva come una dolce carezza ed il turbamento di allora mi avrebbe poi accompagnato anche per il resto della mia vita. Ero eccitato e quell’eccitazione portava con se il bisogno di soddisfarmi sessualmente mentre i sensi di colpa mi assalivano perché mi rendevo conto lucidamente che stavo facendo  qualcosa di proibito, qualcosa che ai maschi non era concesso di poter fare liberamente. Il cuore mi batteva forte per la paura e forse era proprio la percezione della trasgressione che rendeva tutto più travolgente e non potevo fare a meno di osservare allo specchio con l’animo turbato quell’immagine del mio corpo reso femminile da quella gonna che sembrava fasciare perfettamente i mie fianchi snelli. Mi guardavo allo specchio e restavo meravigliato da ciò che veniva riflesso, era qualcosa di femminile e di desiderabile, era tutto ciò che avevo sempre ammirato nelle donne ed ero in grado di ricrearlo su me stesso. Allora ero solo un adolescente con i primi turbamenti ormonali e poteva anche essere comprensibile e giustificabile il fatto di voler sperimentare cose nuove ed intriganti.
Ma adesso? Quanti anni erano passati da allora? 





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domenica 23 aprile 2017

"Il piacere di indossare la gonna"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

"Quella che vedevo riflessa era proprio una donna, una donna affascinante e seducente che aveva un’aria intrigante e provocante. Sentivo il desiderio di possedere quella donna ma allo stesso tempo sentivo che quella donna  desiderava essere posseduta da me. Tutto si sovrapponeva e si confondeva stemperando piacevolmente quelle  magiche emozioni. Era  come se stessi vivendo un piacevole sogno dove tutto era possibile.  In quei momenti non c’erano più confini, non c’erano proibizioni, tabù inviolabili, paure e proibizioni, condizionamenti e luoghi comuni. Indossavo la gonna senza perdere la mia virilità, potevo essere sia l’uomo che la donna, potevo sedurre ed essere sedotta, potevo possedere ed essere posseduto. La separazione tra il  ruolo maschile e femminile si dissolveva e perdeva di significato. Restava intatto solo il piacere di essere entrambe le cose, di non dover più rinunciare a nessuna di esse."




Libro in formato cartaceo su YOUCANPRINT

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giovedì 20 aprile 2017

"Senza confini"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

"Quella che vedevo riflessa era proprio una donna, una donna affascinante e seducente che aveva un’aria intrigante e provocante. Sentivo il desiderio di possedere quella donna ma allo stesso tempo sentivo che quella donna  desiderava essere posseduta da me. Tutto si sovrapponeva e si confondeva stemperando piacevolmente quelle  magiche emozioni. Era  come se stessi vivendo un piacevole sogno dove tutto era possibile.  In quei momenti non c’erano più confini, non c’erano proibizioni, tabù inviolabili, paure e proibizioni, condizionamenti e luoghi comuni. Indossavo la gonna senza perdere la mia virilità, potevo essere sia l’uomo che la donna, potevo sedurre ed essere sedotta, potevo possedere ed essere posseduto. La separazione tra il  ruolo maschile e femminile si dissolveva e perdeva di significato. Restava intatto solo il piacere di essere entrambe le cose, di non dover più rinunciare a nessuna di esse."


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mercoledì 19 aprile 2017

"Il fascino delle cose proibite"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

«È accaduto tutto dopo una sfilata di moda. Una modella aveva dimenticato il suo troller nel camerino... Allora non ho resistito alla tentazione e quando sono rimasto da solo in casa  ho provato l’impulso di sperimentare quella femminilità che mi affascinava tanto. Volevo in qualche modo poter condividere le stesse emozioni che dovevano provare tutte quelle donne così belle. Forse era solo per curiosità  o  forse era il fascino irresistibile delle cose proibite e inconfessabili... Quando mi sono travestito per la prima volta  mi sono guardato allo specchio sbalordito con lo stesso interesse e ammirazione con cui normalmente osservavo una bella ragazza. Era una sensazione indescrivibile ed appagante perché mi sentivo piacevolmente credibile, bella e desiderabile. Tutto ciò che mi piaceva nelle donne era riflesso davanti a me e potevo disporne a mio piacimento. Allora cominciai  a fantasticare su  come sarebbe stato emozionante  poter uscire vestito così all’aperto per assaporare il piacere di quella inebriante femminilità. Ma era solo una fantasia e mentre mi muovevo lentamente nel silenzio più assoluto di quell’appartamento io mi limitavo solo a camminare per ogni stanza con il piacere intimo e profondo  di poter sentire il fruscio della gonna aderente sulle calze di nylon.


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https://stores.streetlib.com/it/stella-borghesi/i-collant-di-mio-marito/

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sabato 15 aprile 2017

"Fantasie confinate"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

«Un tempo guardavo le donne più belle e sensuali e le ammiravo così intensamente da invidiare la loro bellezza. Le invidiavo  fino al punto da pensare che mi sarebbe piaciuto essere come loro solo per poter provare sulla mia pelle le loro stesse emozioni. Pensavo che doveva essere molto  bello, per una donna, poter camminare sui tacchi alti indossando quella minigonna avvolgente che sottolineava i suoi fianchi lasciando in vista le lunghe gambe avvolte da leggeri collant trasparenti. Doveva essere una bella sensazione quella di lasciarsi guardare, ammirare, desiderare ogni qualvolta camminava per strada incrociando quegli sguardi furtivi e pieni di desiderio. Allora mi  immaginavo vestito così come loro, cioè  vestito da donna, ma le mie fantasie più intime restavano rigidamente confinate  in un angolo segreto  del mio animo.»



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venerdì 14 aprile 2017

"Fino a quel momento"



Tratto dal libro di Stella Borghesi
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

"Lui non disse nulla ma mi gettò sul letto e le nostre mani iniziarono a sfiorare ed accarezzare la seta che avvolgeva delicatamente entrambi i nostri corpi. Sentire il sapore del rossetto sulle sue labbra mi dava una sensazione particolare e mentre lo baciavo mi sentivo trascinare da una passione  coinvolgente e inebriante. Era un gioco, era solo un gioco. Era il gioco che lui a volte aveva preferito  fare da solo, il gioco da cui mi aveva sempre escluso.
Fino a quel momento.
Adesso gli stavo dicendo che quel gioco avrebbe potuto farlo assieme a me e glielo stavo dimostrando con i fatti.
Era una cosa estremamente eccitante perché in certi momenti mi lasciavo trascinare dal desiderio e non avevo più l’esatta percezione  dei nostri corpi. Lo accarezzavo come si doveva accarezzare una donna e lui si abbandonava alle mie carezze assecondando ogni mio gesto. Stava disteso sulla schiena nella  più tradizione posizione della donna quando vuole fare l’amore. Io stavo al gioco e quando fui sopra di lui chiusi le mie gambe mentre lui apriva  le sue per lasciarmi entrare come se fosse una donna. Cominciai a spingere come se io fossi l’uomo e mentre spingevo sentivo che lui cominciava a gemere aprendo di più le gambe e avvolgendole sulla mia schiena. Ci eravamo scambiati i ruoli e adesso avevo la sensazione di poter possedere quella donna che saltuariamente abitava nel corpo di mio marito. Con le gambe strette continuai a spingere  sempre più forte mentre lui inarcava il bacino per farmi entrare sempre più in profondità. Sentivo le sue gambe velate  premere contro la mia schiena, lo sentivo ansimare, sentivo le sue unghie graffiare, sentivo che mi apparteneva e che adesso potevo finalmente conoscere quella donna che a volte  aveva  usurpato il mio posto occupando i suoi pensieri. Potevo possederla e farla godere, potevo soddisfare ogni sua voglia  e la feci godere provando anch’io un piacere così intenso che l’orgasmo mi sorprese in maniera travolgente e inaspettato.



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giovedì 13 aprile 2017

"Come un gioco di prestigio"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib


Nel gioco del travestitismo mi aveva sempre affascinato l'alternarsi dei ruoli. Vivevo da uomo ogni giorno ma  sapevo che ogni tanto potevo passare dall'altra parte per vedere il mondo come lo può vedere una donna. Mi era sempre piaciuta la consapevolezza  di avere questa possibilità, era una capacità che pochi possedevano e che a me riusciva particolarmente bene. Avevo la sensazione  di  possedere una bacchetta magica  e con  pochi minuti di pazienza il gioco poteva iniziare. Era emozionante perché quando la magia riusciva, quando l'illusione sfiorava la perfezione allora le sensazioni che  provavo diventavano  così  forti e  convincenti da sembrare vere. Adesso la bacchetta magica stava funzionando bene e nel giro di pochi minuti avevo finito il trucco e indossato braccialetti, anelli, orecchini e  collana. Mi sistemai con cura la parrucca bionda, indossai le decoltè nere dai tacchi alti  e solo allora mi ammirai davanti allo specchio, meravigliosamente trasformato in una donna.




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mercoledì 12 aprile 2017

"Maliziosamente femminile"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

“Questo periodo di tregua però durò solo per alcuni mesi, forse quattro o cinque,  finché quell’ ingenua certezza si affievolì fino a scomparire del tutto assieme alle mie basette  ed al mio pizzo. Era come se dopo quel violento scossone il mio corpo volesse ritrovare l’equilibrio perduto e per farlo aveva necessariamente bisogno anche di lei, di quella parte femminile che aveva sonnecchiato tutto quel tempo dentro di me e che adesso si stava risvegliando. Era un’energia vitale e positiva  che invadeva il mio corpo spazzando via ogni dubbio ed ogni resistenza residua, proprio  come l’arrivo della primavera appare piacevolmente inevitabile dopo l’inverno.
Stavo ritrovando l’antica emozione, era come il piacere  di un vecchio amico ritrovato, anzi di un’amica, una giovane e bellissima amica che mi sorrideva di nuovo davanti allo specchio. Mi sorrideva indossando ancora quella bellissima minigonna attilata ed i tacchi alti, affascinante più che mai con i suoi occhi delicatamente truccati  da donna e lo sguardo maliziosamente femminile.
Era più viva che mai.”


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https://stores.streetlib.com/it/stella-borghesi/i-collant-di-mio-marito/

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martedì 11 aprile 2017

"Una parte di me"




Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

“Quei dubbi e quelle domande rimanevano senza risposte e proprio per questo mi turbavano profondamente perché  in fondo al cuore temevo che potessero nascondere una parte importante di me,  forse quella più vera. Quando ero vestito da donna come adesso sentivo che i miei desideri più intimi diventavano quelli di una donna e l’idea di essere posseduto dietro non era poi considerata così sconveniente. Se dovevo essere sincero con me stesso fino in fondo avrei dovuto ammettere che in quei momenti lo avrei desiderato, avrei voluto che qualcuno mi potesse possedere per farmi provare quelle sensazioni sconosciute che ancora non avevo mai provato.
Mai come allora i miei freni inibitori avevano vacillato ma alla fine ancora una volta non avevano ceduto. I miei pensieri vagavano liberamente mentre i raggi della luna filtravano delicatamente tra i rami di quel viale alberato. Camminai ancora a lungo, da solo e senza meta, completamente assorto nella musica del mio i-Pod, estraniandomi da tutto e da tutti, assaporando ogni passo ed ogni respiro di quella notte di ottobre, felice di ciò che provavo e di ciò che  vedevo, consapevole della fortuna che mi era stata concessa, quella di poter assomigliare ad una donna per una notte. Una bellissima donna. Una donna speciale che sarebbe svanita nel nulla  solo con le prime luci dell’alba.”


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lunedì 10 aprile 2017

"Un piacere a cui non potevo rinunciare"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT

Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib


“Stavo seduto accavallando piacevolmente le gambe sul divano “Chester” di pelle bianca e mi divertivo a pensare che sarei stato un bravo progettista di interni. Poi lentamente mi alzai e camminando sui tacchi alti mi sentii avvolgere da un senso di pace interiore e di tranquillità, come se in quei momenti le tensioni si allentassero e il mio corpo potesse ritrovare il proprio delicato e misterioso equilibrio. Tutto mi appariva appagante e percepivo questa sensazione come un bisogno, un piacere, una necessità. A volte queste sensazioni mi davano una specie di dipendenza. Ero perfettamente consapevole che questa dipendenza comportava un rischio elevato per la mia vita sociale e familiare eppure,  nonostante  tutto, rappresentava ancora un piacere a cui non volevo rinunciare, un po’ come il fumatore che si ostina a comperare le sigarette  nonostante la consapevolezza dei rischi per la sua salute.


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domenica 9 aprile 2017

"Senza lasciare indizi"




Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib


“Nei primi tempi mi ero ritagliato a fatica lo spazio ed il tempo  necessario per poter dare libero sfogo al mio desiderio di vestirmi e di truccarmi da donna ma una volta conclusa la mia interpretazione “enfemme” ritornavo velocemente nella parte maschile dell’uomo sposato insospettabile. Ogni indizio veniva accuratamente cancellato e non rimaneva traccia visibile della mia interpretazione “enfemme”. Quello che accadeva quando mi vestivo da donna era circoscritto  in un ritaglio di tempo di un paio d’ore al massimo. In un certo senso immaginavo la mia vita come si trattasse di un film girato molto bene, con la sola esclusione di quei pochi fotogrammi di pellicola  che venivano giudicati sconvenienti e che dovevano essere tagliati. A parte quella piccola parentesi censurata, il resto andava decisamente bene e poteva essere mostrato senza imbarazzi. La carica erotica associata a quei vestiti così femminili e raffinati  era potentissima ed era quello il motivo principale che faceva scattare il mio impulso al travestimento. Con il passare del tempo la molla dell’eccitazione sessuale rimaneva sempre valida ma avevo sempre bisogno di stimoli nuovi oppure di intensità maggiore.”


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sabato 8 aprile 2017

"Nel raffinato mondo delle donne"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

Quello che gli psicologi ed i medici specialisti chiamavano il disturbo della “disforia di genere” era una cosa che non mi apparteneva.
Gli esperti usano sempre terminologie mediche complicate anche per dire le cose più semplici, parlano di sindrome travestitistico di tipo narcisistico, di autoginefilia, di femifilia, di travestitismo periodico, parziale, costante, con caretteristiche feticistiche suddivise tra esterne ed intime.
Ma che ne sapevano loro? Avevano mai provato a travestirsi da donna? Sulla base di cosa formulavano le loro strampalate idee e statistiche? 
Solo una minima parte delle persone che si traveste occasionalmente da donna come me sente la necessità o il bisogno di un supporto psicologico e si rivolge a medici o psicologi specialisti.
La mia era solo una breve e avventurosa escursione nel mondo  delle donne, era solo un modo per potermi avvicinare di più a loro, per sentirle più vicine, per comprenderle meglio. Non era un bisogno compulsivo, non era una cosa da curare perché semplicemente non era una malattia. Era solo l’unico modo che avevo a disposizione per poter dare un’occhiata all’altra metà del cielo e per fare questo era necessario dover infrangere delle regole e oltepassare quei limiti che solo a pochi era concesso fare. Io mi sentivo una persona speciale perché ero uno di quei pochi privilegiati a cui era stato concesso tutto ciò.
Ero libero di sentirmi dolce e desiderabile, vulnerabile e indifeso come una donna e sapevo di provare delle emozioni così intense e profonde da correre il rischio di sentirmi felice.



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venerdì 7 aprile 2017

"Emozioni su tacco 12"



Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

“Mi allontanai lentamente dalle strade porticate  del centro e mi ritrovai su un ampio viale tranquillo costeggiato da un filare di platani. I fari delle poche macchine in transito illuminavano per alcuni istanti le imponenti cancellate in ferro battuto che delimitavano gli ingressi  di antiche e signorili dimore. In qualche modo percepivo di essere una persona speciale che si era creata il  suo favoloso mondo . Era un mondo fatto di fantasie, di sogni, di intenzioni e di pensieri propri. Un mondo diverso ma dove in fondo mi sentivo al sicuro e libero di essere me stesso, nonostante tutte le paure e le proibizioni.
Mi sentivo vulnerabile, ma non per questo indifeso.
Mi sentivo speciale, ma non  per questo diverso.
Mi sentivo vivo, mi sentivo bene.
Avevo bisogno di quella femminilità  che impersonificavo così bene, era come un surrogato, come se cercassi di creare su me stesso ciò che avevo sempre desiderato e ammirato nelle donne. Forse il mio era solo il  bisogno di soddisfare quella necessità che non era stata soddisfatta negli anni della mia crescita quando le ragazze con cui uscivo si vestivano come i ragazzi rifiutando di indossare tutte quelle cose raffinate e femminili che io invece ammiravo così tanto.
Sapevo che entro poche ore sarei tornato ad interpretare la mia parte maschile  ma in quel momento non mi interessava il passato ne il futuro e volevo solo poter godere di quegli attimi così intimamente piacevoli. Non avevo nessun desiderio o rimpianto di non essere nato donna, perché nel mio genere maschile ci stavo bene e non lo avrei mai cambiato.”



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