sabato 8 aprile 2017

"Nel raffinato mondo delle donne"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

Quello che gli psicologi ed i medici specialisti chiamavano il disturbo della “disforia di genere” era una cosa che non mi apparteneva.
Gli esperti usano sempre terminologie mediche complicate anche per dire le cose più semplici, parlano di sindrome travestitistico di tipo narcisistico, di autoginefilia, di femifilia, di travestitismo periodico, parziale, costante, con caretteristiche feticistiche suddivise tra esterne ed intime.
Ma che ne sapevano loro? Avevano mai provato a travestirsi da donna? Sulla base di cosa formulavano le loro strampalate idee e statistiche? 
Solo una minima parte delle persone che si traveste occasionalmente da donna come me sente la necessità o il bisogno di un supporto psicologico e si rivolge a medici o psicologi specialisti.
La mia era solo una breve e avventurosa escursione nel mondo  delle donne, era solo un modo per potermi avvicinare di più a loro, per sentirle più vicine, per comprenderle meglio. Non era un bisogno compulsivo, non era una cosa da curare perché semplicemente non era una malattia. Era solo l’unico modo che avevo a disposizione per poter dare un’occhiata all’altra metà del cielo e per fare questo era necessario dover infrangere delle regole e oltepassare quei limiti che solo a pochi era concesso fare. Io mi sentivo una persona speciale perché ero uno di quei pochi privilegiati a cui era stato concesso tutto ciò.
Ero libero di sentirmi dolce e desiderabile, vulnerabile e indifeso come una donna e sapevo di provare delle emozioni così intense e profonde da correre il rischio di sentirmi felice.



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