Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib
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Gli misi una
collana di perle e gli orecchini pendenti e poi finalmente andammo assieme di fronte allo specchio intero
restando entrambi sbalorditi quando i nostri sguardi fissarono il riflesso di quell’immagine
straordinaria, l’immagine di due belle ragazze che sorridevano felici tenendosi
per mano. Lui aveva davvero delle belle gambe e con quella parrucca dai lunghi
capelli biondi poteva benissimo essere scambiata per una donna.
«Ti piaci?» lo guardai dritta negli occhi. Il
mio sguardo sembrava poter finalmente penetrare fin dentro la sua anima
improvvisamente indifesa e vulnerabile.
«Dai, ammetti che
sono stata brava…»
Lui non disse
nulla ma mi gettò sul letto e le nostre mani iniziarono a sfiorare ed
accarezzare la seta che avvolgeva delicatamente entrambi i nostri corpi.
Sentire il sapore del rossetto sulle sue labbra mi dava una sensazione
particolare e mentre lo baciavo mi sentivo trascinare da una passione coinvolgente e inebriante. Era un gioco, era solo
un gioco. Era il gioco che lui a volte aveva preferito fare da solo, il gioco da cui mi aveva sempre
escluso.
Fino a quel
momento.
Adesso gli stavo
dicendo che quel gioco avrebbe potuto farlo assieme a me e glielo stavo
dimostrando con i fatti.
Era una cosa
estremamente eccitante perché in certi momenti mi lasciavo trascinare dal
desiderio e non avevo più l’esatta percezione
dei nostri corpi. Lo accarezzavo come si doveva accarezzare una donna e
lui si abbandonava alle mie carezze assecondando ogni mio gesto. Stava disteso
sulla schiena nella più tradizione
posizione della donna quando vuole fare l’amore. Io stavo al gioco e quando fui
sopra di lui chiusi le mie gambe mentre lui apriva le sue per lasciarmi entrare come se fosse
una donna. Cominciai a spingere come se io fossi l’uomo e mentre spingevo
sentivo che lui cominciava a gemere aprendo di più le gambe e avvolgendole
sulla mia schiena.Ci eravamo scambiati i
ruoli e adesso avevo la sensazione di poter possedere quella donna che
saltuariamente abitava nel corpo di mio marito. Con le gambe strette continuai
a spingere sempre più forte mentre lui
inarcava il bacino per farmi entrare sempre più in profondità. Sentivo le sue
gambe velate premere contro la mia
schiena, lo sentivo ansimare, sentivo le sue unghie graffiare, sentivo che mi
apparteneva e che adesso potevo finalmente conoscere quella donna che a
volte aveva usurpato il mio posto occupando i suoi
pensieri. Potevo possederla e farla godere, potevo soddisfare ogni sua
voglia e la feci godere provando anch’io
un piacere così intenso che l’orgasmo mi sorprese in maniera travolgente e inaspettato.
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