Tratto dal libro di Stella Borghesi:
COME UNA DONNA
Pubblicato da Streetlib, aprile 2017
Mi piaceva essere
guardato in quel modo, mia piaceva sperimentare per la prima volta la mia
capacità di seduzione come fossi una donna e in quel preciso momento sentii il
mio corpo vibrare. Mi stavo rapidamente immedesimando nelle donna che lui credeva
di vedere. Un donna sensuale, vulnerabile, maliziosamente femminile. Incrociai
il suo sguardo nell’istante in cui aprii
la porta per entrare nel mio scompartimento e nei suoi occhi intuii tutto il
suo desiderio perché sembravano brillare anche nel buio. Mi ero completamente immedesimato
nella parte della donna sensuale che era
in grado di sedurre un uomo camminando sinuosamente sui tacchi a spillo senza
dire nemmeno una parola. Ero stato capace di sedurlo solo con uno sguardo, solo
socchiudendo le labbra, solo camminando. Ero la sintesi perfetta del puro
istinto sessuale.
Cosa stavo facendo? Lo stavo provocando? Lo stavo
incoraggiando? Stavo solo giocando per vedere fino a che punto potevo sostenere
quel gioco?
Il gioco si era fatto
pericoloso e invece di averne paura mi
attraeva ancor di più.
E adesso cosa succederà?
Il cuore iniziò a pulsare
forte ed ero già pentito di quello che avevo fatto. Cercai di richiudere la
porta del mio scompartimento come se quella porta potesse rappresentare una
barriera insuperabile, come se riuscisse
a proteggermi da quei desideri così inaspettati e pericolosamente reali. Ero
combattuto e pieno di dubbi. Una parte di me voleva continuare il gioco, una
parte invece si ritraeva spaventata. La parte femminile dentro di me si sentiva
euforica e mandava segnali inequivocabili di disponibilità mentre per contro quella
maschile cercava di riprendere il controllo della situazione. Ma il desiderio
femminile continuava a crescere ed era sempre più forte mentre per la prima
volta riuscivo a immaginare il desiderio di una donna di essere accarezzata,
desiderata e posseduta da un uomo. Il cuore batteva sempre più forte quando mi
accorsi che la porta dello scompartimento non si riusciva più a chiudere
lasciando così uno spiraglio di dieci centimetri. Cercai invano di forzare la
chiusura finché ci rinunciai e mi
sedetti all’interno. I passi in corridoio si avvicinano.
E adesso?
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