lunedì 6 febbraio 2017

"Un mondo raffinato e irresistibile"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT

Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

“Per quasi vent'anni ho custodito dentro di me un segreto mai rivelato a nessuno. Sono un uomo eterosessuale ma credo che dentro di me ci sia una piccola parte femminile che ogni tanto reclama il proprio diritto di esistere e di farsi vedere. Io non provo nessuna attrazione nel confronti degli uomini e amo così tanto le donne e tutto ciò che è femminile da sentirmi irresistibilmente attratto dal loro mondo raffinato e seducente. Mi piace indossare della biancheria intima femminile, dei collant, una gonna, magari una parrucca e poi truccarmi con cura. Tutto questo non lo faccio per sopperire ad un bisogno sessuale perverso ma solo per manifestare quella femminilità che tanto ammiro nelle donne. All’inizio pensavo fosse solo un’attrazione per gli indumenti femminili ma  poi è diventato anche un modo per compensare  la mancanza di femminilità che non riscontravo nelle ragazze che frequentavo Quando ero solo in casa frugavo nell’armadio di mia sorella più grande e prendevo tutto il necessario, biancheria intima, collant e gonne e mi vestivo lasciandomi avvolgere da quelle intense emozioni che erano indelebili almeno quanto il senso di colpa che provavo. Sapevo che quella parte femminile, della quale avrei fatto volentieri a meno, era dentro di me  ed ogni tanto aveva  bisogno di poter uscire. Sapevo di dover trovare una soluzione perché intuivo  che questa passione  mi avrebbe distrutto la vita. Per un lungo periodo ho continuato a tenermi tutto dentro finché un giorno decisi  che non potevo continuare a mentire e che avrei dovuto raccontare il segreto a mia moglie anche se questo probabilmente avrebbe significato la fine della nostra storia. Lei rimase sconvolta dalla mia rivelazione ma poi ebbe una reazione che non mi sarei mai aspettato. Aveva capito subito che per me doveva essere una cosa importante e invece di arrabbiarsi o di farmi sentire in colpa aveva accettato la cosa assecondando il mio desiderio e diventando mia complice. La prima volta che mi feci vedere da lei “enfemme“ rimase sorpresa  dalla disinvoltura con cui  mi sapevo muovere indossando la sua gonna con i tacchi a spillo e quel giorno mi fece provare tutti i suoi vestiti più belli. Quasi magicamente tra noi si era creato un rapporto di straordinaria  complicità e sentivo che quel gioco trasgressivo e intrigante  era diventato il nostro intimo segreto, un segreto che ci univa in maniera indissolubile.”