martedì 19 marzo 2013

"La prima volta in minigonna e collant"





Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT

Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib

Il motivo principale dell’attrazione verso il travestimento riguarda la curiosità ed il fascino del proibito ma l’eccitazione per il  travestimento deriva anche dalla paura di essere scoperti e questa emozione  mette in circolo potenti scariche di adrenalina che invadono il corpo e la mente. E’ come infrangere un tabù, significa trasgredire le consuetudini, i luoghi comuni, i pregiudizi ed ogni forma di divieto. Significa rischiare di essere scoperti, derisi, emarginati, classificati e marchiati agli occhi della gente  come omosessuali. All’eccitazione per questo  rischio si aggiunge inoltre  la curiosità di verificare su sé stessi le emozioni tattili e psicologiche che prova  una donna quando  indossa un collant, una minigonna, le scarpe con i tacchi da 10 ed ogni altro accessorio  esclusivamente  femminile. Cosa prova davvero una donna quando  si mette il mascara sulle ciglia? Che sensazioni può provare quando cammina sui tacchi alti? La donna può facilmente indossare le scarpe da uomo, i tubolari da tennis ed i jeans, persino la camicia o la cravatta di un uomo senza che  nessuno  lo trovi fuori luogo o scandaloso. La donna può gestire due modi di essere, può tramutarsi nella donna incantevole indossando un elegante abito da sera così come può diventare la compagna di jogging. All’uomo tutto questo non è consentito perché non è conforme  alle regole  ed ai luoghi comuni. La porta che conduce nel mondo misterioso della femminilità per l’uomo deve rimanere chiusa ed è proprio questo divieto che viene visto da lui come una privazione. Così a volte si fa strada il desiderio di poter attraversare quella porta per poter dare un’occhiata fugace  ed immergersi in quel mondo femminile così  misterioso e sconosciuto dove può trovare ed indossare tutte quelle cose che ha sempre ammirato in una donna. E’ solo un’occhiata, il tempo necessario per vestirsi da donna, truccarsi, camminare un po’ sui tacchi alti solo per  provare l’emozionante senso di vertigine e di appagamento che questi suscitano in lui. Il tempo di guardarsi allo specchio e di sentirsi bene, di piacersi anche come donna. In un certo senso egli  “mette in scena“ il suo ideale femminile cioè la donna come la immagina e sotto sotto come la vorrebbe.