Tratto
dal libro di Stella Borghesi:
COME
UNA DONNA
Pubblicato
da Streetlib, aprile 2017
Aveva riagganciato
prima che potessi ribattere qualcosa, e fui assalito da un’inquietudine
improvvisa e fortissima che in breve si trasformò in panico allo stato puro.
Stava scendendo dall’autobus? Sperai con tutto il cuore che fosse una fermata
intermedia e non la fermata proprio sotto casa. Per potermi ricomporre avrei avuto
bisogno almeno di un’ora e inoltre le
avevo raccontato di aver messo un po’ in ordine la casa.
Dio mio, che casino! E adesso?
Stavo di nuovo
attraversando il soggiorno per andare verso la camera a svestirmi quando sentii
il rumore tipico di una chiave che si infilava frettolosamente nella serratura
del portoncino blindato. La porta si spalancò di colpo e un attimo dopo lei
entrò e mi vide. Non ero riuscito a dire o a fare nulla e restai come
paralizzato. La mia paura più grande e profonda, quella di essere scoperto
mentre ero travestito da donna, si stava materializzando. Era troppo tardi per
tentare di fare qualsiasi cosa. Ero in trappola. Lei era lì, davanti alla porta
di ingresso e continuava a fissarmi incredula di ciò che vedeva. Era sbalordita quanto me
e rimase completamente senza parole. Il suo imbarazzo era evidente e
quando si decise a richiudere la porta sembrava avesse visto un fantasma.
«Mah, tu….ma…ma
sei proprio tu ...! Dio mio, e io che volevo farti una sorpresa!»
Non sembrava
arrabbiata o perlomeno non lo dava a vedere, ma continuava a fissarmi
sbalordita spostando il suo sguardo dal mio viso truccato al mio seno imbottito
per poi soffermarsi sulle mie gambe. Mi scrutava attentamente come se volesse
valutare bene ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento. Non potevo sapere
cosa stesse pensando di me e forse non lo volevo nemmeno sapere perché ero
travolto dalla vergogna e dall’imbarazzo. Dovevo essere arrossito e mi sentivo le guance in fiamme
mentre mi rendevo conto di stare in piedi di fronte a lei in equilibrio su quei sottili
tacchi a spillo e con quel bellissimo vestito di seta aderente e un po’
scollato. Mi conosceva da una vita e adesso non riusciva a credere a ciò che
vedeva. Era ancora più sconvolta di me e
capivo che faceva fatica a dire qualsiasi cosa. Quel silenzio pesava come un
macigno e sembrava avvolgere ogni cosa. Poi appoggiò la borsetta sul tavolo e
si decise a parlare.
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