lunedì 4 febbraio 2013

"Le fotografie erano il mio specchio"


Tratto dal libro di Stella Borghesi:
IL MONDO SEGRETO DEI TRAVESTITI
Pubblicato da lulu.com

A volte, quando l’effetto del trucco era particolarmente riuscito, desideravo poter fissare quell’immagine prima che svanisse ed avevo così preso l’abitudine di scattare  delle fotografie digitali con l’aiuto del cavalletto e dell’autoscatto. C’era sicuramente molta autosuggestione in questo gioco e mi rendevo conto che altrimenti non avrebbe potuto funzionare. Io continuavo a giocare perché i miei occhi filtravano l’immagine allo specchio esaltando i caratteri femminili e facendo finta di non vedere quelli maschili, quelli che chiaramente non potevano mentireQuelle fotografie  in un certo modo  erano solo la manifestazione del mio desiderio di soddisfare la mia vanità  al femminile. C’era una certa logica nel mio ragionamento  perché qualsiasi donna  può  guardarsi allo specchio e truccarsi tutte le volte che vuole. Io invece potevo farlo  solo in rare occasioni e le fotografie digitali erano il mio specchio dove poter rivedere in seguito le mie migliori interpretazioni “enfemme”, quasi per avere conferma dell’esistenza di quella donna misteriosa che ogni tanto si faceva sentire reclamando un po' di attenzione. Era il solo modo per dimostrare la sua reale esistenza e per convincermi che non era solo il frutto della mia fantasia. Quando provavo quei vestiti così belli cercavo di  “mettere in scena” il mio ideale femminile e allora indossavo tutto ciò che avrei desiderato che la mia donna ideale potesse indossare. Le emozioni di quei momenti erano spesso così intense e coinvolgenti da indurmi nel tempo una sorta di dipendenza. Sapevo che era solo un gioco ma sapevo anche che questo gioco stava diventando sempre  più coinvolgente e pericoloso.