domenica 3 febbraio 2013

"Volevo aprire quella porta"




Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017

“Era come se la mia trasformazione rappresentasse il surrogato della donna ideale che inutilmente cercavo e questa femminilità creata su me stesso placava  questa mia ricerca. Io ero l’artefice di una magia che creavo sul mio stesso corpo, un gioco di prestigio di cui ero assieme lo spettatore e l’artista. Grazie alla mia abilità potevo salire sul palcoscenico ed ingannare gli spettatori, potevo assomigliare alla donna ideale che ammiravo indossando tutte le cose che avrei avuto piacere di vederle indossate da lei. Avevo il potere di poter scegliere, una specie di telecomando che mi permetteva di aprire quella porta che separava il mondo delle donne da quello degli uomini e di poter  entrare furtivamente dentro solo  per poter dare un’occhiata più da vicino. Non ho mai desiderato voler cambiare sesso perché semplicemente  non mi sentivo e non mi sento una donna. Però mi piaceva l’idea di poter trascorrere alcune ore interpretando quel ruolo, di immedesimarmi a tal punto da comportarmi come lei assaporando intensamente quei momenti prima di ritornare al mio ruolo di irreprensibile uomo.“  



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