Tratto dal libro di Stella Borghesi:
I COLLANT DI MIO MARITO
Pubblicato da YOUCANPRINT
Nuova edizione rivista e aggiornata nel febbraio 2017
Disponibile anche in versione digitale su Streetlib
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“Nei primi tempi mi ritagliavo lo spazio ed il tempo
necessario per poter dare libero sfogo al mio desiderio di vestirmi e di
truccarmi da donna ma una volta conclusa la mia interpretazione “enfemme”
ritornavo velocemente nella parte maschile dell’uomo sposato e maschio
insospettabile. Ogni indizio veniva accuratamente cancellato e non rimaneva
traccia visibile della mia interpretazione “enfemme”. Quello che accadeva
quando mi vestivo da donna era circoscritto in un ritaglio di tempo di un
paio d’ore al massimo. Immaginavo la mia vita come si trattasse di un film
girato perfettamente bene, con la sola esclusione di quei pochi fotogrammi di
pellicola che venivano giudicati sconvenienti e che dovevano essere
tagliati. Tolta quella piccola parentesi censurata, tutto il resto andava
bene e poteva essere mostrato alla gente senza imbarazzi. La carica erotica
associata a quei vestiti così femminili e raffinati era però potentissima
ed era quello il motivo principale che faceva scattare il mio impulso al travestimento.
Con il passare del tempo la molla dell’eccitazione sessuale rimaneva sempre
valida ma aveva sempre bisogno di stimoli nuovi oppure o di maggiore intensità.
C’è stato anche un periodo in cui mi ero convinto che l’esasperata
frequenza e ripetitività delle mia apparizioni “enfemme” mi avrebbero
consentito di rendere meno eccezionale l’evento e quindi meno eccitante e
desiderabile. Pensavo che potesse funzionare un po’ come per la musica: quando
ascoltavo ripetutamente la mia canzone preferita a lungo andare mi piaceva
sempre meno finchè ad un certo punto non desideravo più ascoltarla. Il
principio della ripetitività poteva anche essere vero ma non per
questo avevo ottenuto il risultato desiderato perché per compensare la
dimuzione dell’eccitazione avevo cominciato a sperimentare aspetti nuovi sempre
più audaci e rischiosi e conseguentemente anche più emozionanti ed eccitanti.
Sapevo di espormi a dei rischi enormi e quando mi capitava di dover rimanere a
casa da solo per alcuni giorni difficilmente ero in grado di rinunciare a
quelle situazioni intriganti e trasgressive che normalmente relegavo solo nelle
mie fantasie erotiche notturne."
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